Confindustria: sfida finale Garrone-Orsini, Gozzi escluso, possibili ricorsi
di Redazione
Il 4 aprile voto dei 184 consiglieri, non si escludono colpi di scena ma si lavora a una mediazione interna
Al voto di designazione per il prossimo presidente di Confindustria la sfida sarà tra due imprenditori: il ligure Edoardo Garrone, industriale dell'energia rinnovabile con Erg, presidente del gruppo editoriale Sole 24 Ore, e l'emiliano Emanuele Orsini, vicepresidente uscente, imprenditore nell'edilizia in legno con Sistem Costruzioni e nell'alimentare con Tino Prosciutti.
Esce di scena il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, chiavarese, imprenditore con Duferco e presidente della società calcistica Virtus Entella: lo ha escluso dalla competizione elettorale la commissione dei 'saggi' che ha vagliato le candidature sondando come si orienta il consenso in tutte le articolazioni del complesso sistema di rappresentanza degli industriali.
Dagli ambienti del presidente di Federacciai filtrano peraltro orientamenti finalizzati a "valutazioni" che potrebbero sfociare in iniziative legali. Dati i tempi strettissimi e l'ambito privatistico di Confindustria, in teoria lo strumento praticabile sembra essere il ricorso d'urgenza ex art. 700 del codice di procedura civile. Ma negli ambienti di Viale dell'Astronomia si lavora a una mediazione tale da risolvere la questione all'interno, senza diffondere un'immagine di conflittualità che non gioverebbe né al futuro presidente né a prestigio e credibilità della stessa Confindustria. Già nelle settimane precedenti una lettera anonima, adombrante presunti magheggi di Orsini in Federlegno, era arrivata ai "saggi".
La decisione, su cui è stata mantenuta riservatezza nel rispetto delle regole di Confindustria, è stata comunicata con una lettera interna. Edoardo Garrone, per la base di consenso dimostrata già al momento della presentazione delle candidature, fin da subito era stato ammesso di diritto al voto.
Al termine delle consultazioni, dopo sette giornate di incontri sul territorio, i saggi, che non devono limitarsi ad accertare le ammissioni di diritto ma hanno più ampi margini di discrezionalità nella valutazione delle candidature, hanno quindi tirato le somme delle loro valutazioni e comunicato il loro verdetto: hanno - scrivono - "individuato all'unanimità in Edoardo Garrone ed Emanuele Orsini i candidati chiamati ad illustrare il proprio programma nella riunione del Consiglio Generale del prossimo 21 marzo per il successivo voto di designazione, già in calendario per il prossimo 4 aprile".
Un passaggio della lettera spiega che i saggi, in coordinamento con i probiviri, hanno fatto una verifica sulla correttezza di alcuni passaggi procedurali ma anche "puntuali valutazioni di merito sul rispetto dei comportamenti richiesti dallo statuto confederale", valutazioni che verranno evidenziate - indicano - nella relazione che presenteranno la prossima settimana al consiglio generale.
E' un percorso, quello del vaglio delle candidature e del riscontro sul consenso per i candidati, che i saggi hanno svolto in uno scenario che dall'esterno è apparso estremamente frammentato. Ne hanno comunque ricavato un quadro ampio e presumibilmente molto chiaro: gli incontri di consultazione, spiegano, "hanno permesso di coprire l'intero territorio nazionale, in rappresentanza di circa l'80% dei voti assembleari e del 73% dei componenti del consiglio generale, garantendo il massimo coinvolgimento del sistema associativo". Il voto in consiglio generale, il 4 aprile, è quello cruciale: ne uscirà un solo nome, quello del presidente designato. Su quel nome si pronuncerà poi l'assemblea, il 23 maggio.
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