Energia da conservare e da recuperare: l’italiana Midac sfida i colossi cinesi

di Simone Galdi

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L’azienda veneta investe da tre decenni nei sistemi di accumulo e di recente anche nella rigenerazione delle batterie esauste

Tra le tecnologie abilitanti per la transizione energetica, un grande ruolo viene rivestito da quelle per l’accumulo, con un mercato fortemente sbilanciato verso l’Asia. In Italia, esistono realtà come la veneta Midac che hanno una lunga esperienza in produzione di batterie, sia al piombo che al litio, in vari settori di interesse, dall’avviamento industriale fino ai sistemi di accumulo. Al Key Expo di Rimini abbiamo incontrato Matteo Cavalletti, innovation manager dell’azienda.

Il ruolo strategico - “Se pensiamo al fotovoltaico - spiega Cavalletti - abbiamo il sole che produce il massimo all'interno della giornata, mentre i consumi li abbiamo la mattina presto e la sera tardi, quindi il sistema di accumulo permette di recuperare questa energia quando la abbiamo in eccedenza e rilasciarla alla sera quando ne abbiamo bisogno. Il sistema di accumulo gioca un ruolo strategico all'interno della transizione energetica”.

Un futuro da scrivere - “Le sfide riguardano la competitività: questo è un settore che purtroppo è dominato da aziende cinesi - prosegue il manager - che entrano in mercato con prezzi molto aggressivi. Noi abbiamo avviato un progetto di economia circolare che ci permette di chiudere la catena del valore della batteria litio in Europa: questo ci permetterà di essere più competitivi nel mercato e negli anni futuri.

Uno sguardo ottimista - Inevitabile la domanda sul percorso e i suoi ostacoli, cui Cavalletti guarda con positività: “Innanzitutto perché la Comunità europea sta investendo tantissimo. Qui dobbiamo partire da un dato il 97% delle celle prodotte nel mondo sono prodotte in Asia, quindi Cina fa grande gran parte del volume. Poi abbiamo Corea e Giappone. l'Europa, gli Stati Uniti o in generale l'Occidente, sta un po’ “al palo”. La Comunità Europea da diversi anni sta investendo molto nel creare una catena del valore in Europa e Midac con il suo progetto è uno dei tasselli che porterà alla chiusura di questa catena del valore in Europa”.

Il sistema di recupero - “La batteria è una risorsa, nel senso che non dobbiamo vederla come un problema, ma come un'opportunità. E la batteria esausta può essere portata nel nostro stabilimento che andremo realizzare alla fine di quest'anno, che ci permetterà di assemblare questa batteria e poter valutare se i moduli possono essere utilizzati in una seconda vita” conclude Cavalletti.

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