Genova, Consiglio regionale Uil Pensionati. Lizzambri: “Occorre potenziare i servizi socio sanitari pubblici in Liguria"
di Carlotta Nicoletti
Lizzabri: "Il gap pensionistico tra uomini e donne arriva a sfiorare gli 8 mila euro all’anno a causa della discontinuità della carriera delle donne"
Si è tenuto questa mattina il Consiglio regionale Uil Pensionati Liguria alla presenza del segretario generale Uil Pensionati Carmelo Barbagallo. Nel corso dell’incontro sono state trattate le criticità che devono affrontare ogni giorno le pensionate e i pensionati della Liguria. La Liguria è la regione più anziana di Italia con una presenza di 434.834 persone anziane residenti che hanno superato i 65 anni, 80 mila delle quali hanno più di 80 anni. In Italia sono circa 14 milioni le persone ultra sessantacinquenni e, nonostante ciò, le pensionate e i pensionati sono ancora tra i cittadini più penalizzati. Anche in questa Legge di Bilancio non ci sono le risorse per la non autosufficienza, gli investimenti sulla sanità sono insufficienti e a migliaia di pensionati viene tagliata la rivalutazione delle pensioni, circostanza assai grave se pensiamo al costo della vita. Di questo passo, ha spiegato alla platea il segretario generale Uil Pensionati Carmelo Barbagallo, in dieci anni verranno sottratti ai pensionati ben 36 miliardi di pensione. In Liguria è presente un’inflazione non democratica, ovvero la regione si colloca al primo posto nella classifica nazionale facendo guadagnare a Genova il triste primato del 7,3 per cento rispetto al 7,1 per cento nazionale, con una spesa annuale di 1590 euro in più per nucleo familiare. “Le donne, in questo contesto, subiscono il torto più grave, una sorta di violenza economica che non viene mai evidenziata dall’opinione pubblica, né tantomeno affrontata dalla politica – spiega Alba Lizzambri, segretaria generale Uil Pensionati Liguria – Il gap pensionistico tra uomini e donne arriva a sfiorare gli 8 mila euro all’anno a causa della discontinuità della carriera delle donne, quindi della loro contribuzione. Sono le stesse donne che si sono prese cura per tutta la vita dei figli e degli anziani, quindi si sono fatte carico delle famiglie italiane. Occorre superare questo gap con provvedimenti civili ed adeguati a una società degna di questo nome”.
La Liguria, in particolare, è una regione a rischio spegnimento se si pensa alla demografia, all’inflazione e all’aspettativa di vita. Su 1.502.000 residenti circa 603 mila sono le pensioni erogate. Sempre in Liguria sono 5100 le domande pervenute all’Inps tra invalidità civile e legge 104, dato significativo rispetto al resto del Nord Italia che testimonia una volta di più la fragilità del pensionato medio sul territorio. “Questo testimonia la necessità di un welfare per anziani sempre più incisivo e più strutturato, ed è quello che stiamo chiedendo alle istituzioni regionali come sindacato confederale da molto tempo – spiega Alba Lizzambri – Gli anziani hanno una forza economica che vale tra il 20 e il 30 per cento del pil italiano, il maggior patrimonio immobiliare e la maggiore disponibilità finanziaria, insomma i pensionati sono una forza sociale portentosa che non merita solo di essere sfruttata per ciò che può dare, ma di avere piena cittadinanza rispetto al godimento dei servizi. In Liguria circa il 40 per cento delle persone si rivolge alla sanità privata e in questo dato i pensionati sono fortemente presenti. La domanda che ci poniamo è: se il pensionato non ha la capacità economica di ricorrere alla sanità privata, che fine fa? Siamo stanchi di chiedere a perdifiato i servizi socio sanitari del servizio pubblico che ci spettano di diritto. Ormai ci sono tante persone che rinunciano alla prevenzione e alle cure perché non possono permetterselo. Tanto che dal 2019, Covid a parte, l’aspettativa di vita è diminuita undici mesi”.
In Liguria esiste un pensionato ogni un abitante e mezzo. A Genova ci sono 102 lavoratori attivi ogni 100 pensionati; a Savona ci sono 99 lavoratori attivi su 100 pensionati, a Imperia 97 lavoratori attivi, su 100 pensionati, alla Spezia esistono 103 lavoratori attivi ogni 100 pensionati. Questo dovrebbe bastare alle istituzioni e alla politica per avere più chiara la forza della richiesta di servizi sul territorio da parte dei pensionati.
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