Genova, le celebrazioni della Liberazione iniziano da Ansaldo. Anpi: "Vogliono cancellare la memoria, ecco perché è importante essere qui"
di Roli
Il presidente di Anpi Genova Massimo Bisca condanna gli episodi dei giorni scorsi: dalla sindaca di San Colombano che ha fatto rimuovere la tomba del partigiano "Zatta" all'aggressione di matrice fascista avvenuta ieri

Le celebrazioni della Liberazione a Genova partono da Ansaldo: la fabbrica è stato uno dei luoghi simbolo della lotta di Liberazione dal nazifascismo e ha pagato un prezzo altissimo, con 84 persone fucilate, "dal giovane apprendista operaio di 14 anni e mezzo al dirigente d'azienda Paolo Reti" ricorda il presidente di Anpi Genova Massimo Bisca, "ma anche le deportazioni", come quella di 1.500 operai delle fabbriche genovesi avvenuta il 16 giugno del 1944. "Qui si tocca con mano l'unità tra la guerriglia armata e la lotta sociale - racconta -. Non c'è eccidio tra quelli avvenuti in zona dove non ci siano degli ansaldini, che hanno pagato con la vita quella lotta". Fare memoria secondo Bisca diventa ancora più importante "visti i fatti recentemente accaduti, dai tentativi di cancellare la memoria con una sindaca che vuole distruggere la tomba di un partigiano all'aggressione vigliacca di due fascisti ai danni di un sindacalista: ecco perché è utile essere qui". Secondo il presidente genovese di Anpi "qualcuno vuole sdoganare i valori sconfitti dal popolo italiano nel '45, che il popolo stesso ha sempre difeso con la Costituzione della Repubblica" ma ci sono degli anticorpi: "la manifestazione di piazza Baracca lo testimonia ma anche la partecipazione e l'interesse alle altre manifestazioni, sono molte di più rispetto all'anno scorso. Inoltre c'è molto interesse generato nelle scuole: molti giovani poi si iscrivono all'albo".
"Genova è l'Ansaldo e l'Ansaldo è Genova - aggiunge il presidente nazionale di Anpi Gianfranco Pagliarulo -. Le lotte dei lavoratori dell'ansaldo hanno segnato la Resistenza e la Liberazione. Il mondo del lavoro è diventato protagonista della Repubblica, ce lo ricorda l'articolo 1. Questa centralità ogggi però non viene rispettata: bisogna rimettere al centro dei valori della Repubblica il lavoro, la persona e la sua dignità". Secondo Pagliarulo oggi ci sono "tre emergenze: democrazia, pace e lavoro. La memoria ha sempre due aspetti, ciò che è ricordato e chi è che ricorda. A questi pericoli dobbiamo rispondere promuovendo la pace, lo sviluppo della democrazia e riportare il lavoro al centro della vita sociale ed economica per il Paese". Anche Pagliarulo commenta l'aggressione avvenuta ieri a Sestri Ponente: "Grave perché attesta un pericolo più grande, il ritorno dello squadrismo fascista. Ma l'antifascismo sta meglio di quanto si possa pensare, l'elettorato dei partiti di estrema destra si dichiara antifascista, non dobbiamo confondere i politici di Fratelli d'Italia e di parte della Lega con i loro elettori". Ma il problema della mala politica si riflette nella bassa affluenza: "Se la sovranità appartiene al popolo, come viene detto nell'articolo primo della Costituzione, ma il 50% del popolo non va alle urne si pone un problema: dobbiamo ricostruire la fiducia degli italiani, soprattutto dei ceti più deboli e marginali, verso lo Stato.
Il sindaco Marco Bucci ha parlato di “una bella festa” e ha ribadito l’importanza del contributo di Genova alla Liberazione: “La città si è liberata da sola, prima dell’arrivo degli alleati, grazie ai partigiani e ai cittadini”. Il presidente di regione ha anche condannato fermamente l’aggressione di ieri, definendola “un fatto da eliminare dalla storia della nostra città”. Tra gli interventi anche quello del sindaco facente funzioni Pietro Piciocchi, che ha sottolineato il ruolo centrale delle fabbriche nella lotta partigiana e la necessità di trasmettere la memoria alle nuove generazioni: “È molto importante vedere oggi la partecipazione delle scuole. Sappiamo che le insurrezioni sono partite dai luoghi di lavoro”. Presente anche Silvia Salis, che ha ricordato come per lei il 25 aprile sia sempre stato parte della vita familiare e sportiva: “Vengo da una famiglia di sinistra, mio padre era nel Partito Comunista. Per noi questi valori sono centrali. Ma non devono essere di parte: sono fondamento della nostra Costituzione”.
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