Il Mes: ecco cos'è, quando fu votato e da chi
di Marco Innocenti
Perché l'Italia non lo vuole? Proviamo a fare chiarezza
In Italia è comunemente definito "Fondo Salva Stati" ma il Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) è uno strumento utilizzato per sostenere le economie di quei paesi in forte situazione di difficoltà e quindi a rischio bancarotta, che per gli stati prende il nome di "default". Ecco quindi il motivo per il quale in queste settimane di emergenza coronavirus, in Europea si è tornati a parlare di Mes e della possibilità di applicarlo agli stati più colpiti, come Italia e Spagna.
Il Mes non è altro che l'erede del vecchio Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria del 2010, attivato a suo tempo per far fronte alle crisi economiche di paesi quali Grecia, Spagna, Irlanda, Portogallo e Cipro. Prevede la possibilità di emettere dei Bond (cioé delle obbligazioni) ed accedere così a prestiti ed altri strumenti utili a sostenere l'economia del paese firmatario dell'accordo. A fronte però di un impegno, da parte del paese, ad attuare alcune riforme concordate con l'Europa, oltre a delle politiche finanziarie che permettano di perseguire il risanamento del bilancio statale. Il tutto però non sarebbe certo una procedura indolore, né per i cittadini né per le imprese dello stato firmatario.
Proprio la necessità di firmare quest'accordo, se si vuole accedere alle linee di credito messe a disposizione dal Mes, sarebbe alla base delle critiche e del dibattito politico che sta infiammando l'Italia in questa fase: il rischio infatti, secondo le opposizioni, è che lo stato di necessità in cui versa in questo momento il nostro paese, venga sfruttato da altri per imporre condizioni altrimenti inaccettabili. Una sorta di "prendere o lasciare", insomma, imposto ai paesi in difficoltà dalla cosiddetta 'troika', termine mutuato dal russo che sta a indicare il terzetto composto da Commissione europea, Fondo Monetario Internazionale e Banca Centrale Europea.
Intorno al Mes, poi, dopo la conferenza stampa del premier Conte, si è sollevata anche la questione del quando fu votato e da chi. Bene, per fare chiarezza bisogna semplicemente sfogliare l'album dei ricordi della politica europea. A ratificarlo fu il Consiglio Europeo del 25 marzo 2011, dopo il voto favorevole del Parlamento europeo di due giorni prima. A quella riunione dei capi di stato e di governo prese parte, per l'Italia, l'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Era il governo Berlusconi V, con Bossi ministro per le riforme, Maroni all'Interno, Tremonti all'economia e proprio Giorgia Meloni nel ruolo di ministro della gioventù.
L'applicazione del Mes, che fu anticipata al 2012 per l'aggravarsi della crisi dei debiti sovrani, avvenne dopo il voto dei Parlamenti dei singoli stati membri, che in Italia arrivò nel luglio 2012, quando a Palazzo Chigi sedeva ormai Mario Monti. Al Senato, furono 191 i sì, 15 gli astenuti e 21 i no. Alla Camera 380 i sì, 36 gli astenuti e 59 i no.
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