La Corte Costituzionale tedesca salva il Quantitative Easing: sospiro di sollievo dei mercati
di Marco Innocenti
Scongiurata anche la conseguente impennata dello spread
La Corte Costituzionale tedesca ha chiuso 5 anni di contenzioso decretando la legittimità legale del cosiddetto Quantitative Easing, l'acquisto di titoli di stato da parte della Bce e quindi dei suoi azionisti: le banche dei singoli stati. Pericolo scampato e grande sospiro di sollievo non solo dei mercati del Vecchio Continente, già alle prese con le conseguenze economiche della crisi coronavirus, ma anche e soprattutto del governo italiano che avrebbe visto, di colpo, balzare alle stelle lo spread.
Una sentenza negativa degli otto giudici tedeschi, infatti, avrebbe avuto come conseguenza il fatto che la Bundesbank, principale azionista della Bce, non avrebbe più potuto acquistare titoli di stato. Nel contempo, però, la banca tedesca avrebbe comunque dovuto sottostare alla legislazione europea in materia e questo avrebbe di fatto messo in crisi tutto il meccanismo, con conseguenze drammatiche soprattutto per i paesi più esposti e vulnerabili, Italia compresa.
Pur non minando la prosecuzione del QE, infatti, ne avrebbe fortemente delegittimato l'applicabilità, rischiando "di far deragliare l'intero progetto europeo", come affermato dall'ex cancelliere tedesco Joschka Fischer.
Un primo passo in avanti per l'Italia in questa settimana che si preannuncia molto importante: venerdì 8 maggio infatti è atteso il verdetto di Moody's e Dbrs, le due agenzie di rating internazionale chiamate a pronunciarsi dopo il recente downgrade deciso da Fitch (che ha portato l'Italia da BBB con outlook negativo a BBB- con outlook stabile) e il nulla di fatto deciso invece da S&P.
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