La Spezia, sequestrata melassa di narghilè di contrabbando in due esercizi commerciali
di Redazione
Operazione congiunta dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli e della Guardia di finanza
LA SPEZIA – Adoperavano senza autorizzazione i narghilè all’interno dei propri ristoranti consentendone l’utilizzo ai propri clienti: è la scoperta del Gruppo Guardia di Finanza della Spezia e dei Funzionari dell’Ufficio Monopoli per la Liguria di ADM – Sezione della Spezia che hanno sequestrato 12 kg di melassa da narghilè importata di contrabbando e priva del previsto sigillo di Stato. A ciascuno dei gestori delle attività commerciali sono state irrogate sanzioni amministrative il cui ammontare varia da 5.000 a 50.000 euro.
I luoghi da controllare sono stati selezionati anche attraverso una mirata analisi di siti web e pagine social sulle quali veniva pubblicizzato questa particolare tipologia di servizio in aggiunta alle tradizionali consumazioni tipiche dei bar o ristoranti. Il consumo di melassa da fumare tramite narghilè è sempre più richiesto dai clienti di qualsiasi età e con un trend in forte crescita anche nel nostro Paese. La normativa in vigore prevede che gli esercenti debbano dotarsi delle autorizzazioni previste (“patentino speciale”, titolo autorizzativo rilasciato dall’Agenzia Dogane e Monopoli) altrimenti rischiano multe salate e, in alcuni casi, anche la denuncia per contrabbando.
L’attività di controllo posta in essere dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e dai militari del Nucleo Mobile della Guardia di Finanza, s’inserisce in un più ampio dispositivo di presidio del territorio mediante una costante e mirata azione finalizzata al contrasto dei multiformi illeciti economico-finanziari, come quelli connessi al commercio di generi sottoposti al monopolio dello Stato. Le attività di controllo della specie, che testimoniano la perfetta sinergia operativa che contraddistingue l’operato dei due Enti, di recente suggellata anche dalla sottoscrizione di un Protocollo nazionale d’intesa relativo ai rapporti di collaborazione, rappresentano anche un efficace presidio per la tutela della salute e sicurezza della collettività, in quanto l’esperienza operativa ha fatto registrare talvolta l’utilizzo di prodotti spesso non conformi ai parametri di salubrità previsti dalla normativa europea e come tali di sicuro pericolo per i consumatori.
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