Nave delle armi, i portuali: "Se saranno imbarcate sarà sciopero"
di Fabio Canessa
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Assemblea della Culmv: "Diamo un segnale, il porto di Genova resta chiuso alle armi"
"Lunedì mattina quando arriverà la nave e vedremo il manifesto di carico sapremo se è vero che la nave non caricherà armi ma merci varie. Manderemo le squadre con nostri delegati per verificare se è effettivamente così. In caso contrario, anche se si trattasse di proiettili vuoti, sarà sciopero. Noi diamo un segnale: a Genova il porto resta chiuso alle armi".
A parlare è Antonio Benvenuti, Console della Compagnia unica dei portuali. Lo fa a proposito dell'arrivo del cargo saudita Bahri Yanbu, che trasporta armamenti destinati all'Arabia per la guerra in Yemen.
Come hanno spiegato i delegati della Compagnia intervenuti nell'assemblea pubblica convocata alla sala chiamata del porto dal collettivo autonomo dei lavoratori portuali, "se non ci saranno i presupposti dell'azione sindacale, restano quelli dell'azione politica".
L'idea lanciata dal delegato Luigi Cianci è quella di ragionare rispetto a un presidio ai varchi portuali o sotto la prefettura. All'assemblea sono intervenuti, oltre ai portuali, rappresentanti di partiti e associazioni. Accolto da un grande applauso l'intervento di Bruno Rossi, portuale in pensione che ha ricordato le battaglie in porto contro la guerra in Vietnam: "E' importante che qualcuno abbia deciso che qui deve cominciare una battaglia che prosegua il nostro impegno per fermare le guerre e schierarci dalla parte dei poveri" ha detto.
Luca Franza, altro delegato della compagnia ha ricordato che "sono 4 anni che la nave tocca questo porto, 98 carri armati sono arrivati via terra in questo periodo con scorte armate. L'intento è quello di trovare una risposta politica a quello che sta accadendo".
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