Peste suina, parte il censimento dei danni agli agricoltori
di Edoardo Cozza
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Roggerone (Cia Liguria): "Ma bisogna accelerare sulla riduzione della popolazione dei cinghiali perché non vediamo azioni concrete e coerenti"
Ad oltre 6 mesi dalla diffusione della peste suina, per il mondo agricolo ligure si concretizza qualche atto con la parziale dotazione finanziaria destinata a sostenere gli interventi di cosiddetta biosicurezza, cioè le misure a favore delle dotazioni necessarie a rendere sicure le aziende, rendendole in grado di riprendere l’attività di allevamento.
“È inaccettabile, però, il rinvio della messa a disposizione degli altri 35 milioni, destinati al risarcimento danni subiti dalla filiera suinicola e non solo, che dovranno attendere ancora uno specifico procedimento e le istruzioni per la presentazione delle domande – dichiara Stefano Roggerone, presidente di Cia Liguria -. Le aziende hanno visto i loro volumi di affari precipitare, dovendo comunque far fronte a costi fissi importanti e crescenti. La tempistica dell’intervento è ormai un elemento imprescindibile per la stessa continuità produttiva. Per questo come Cia Liguria abbiamo deciso di avviare una ricognizione dei danni subiti dalle aziende, dal 6 gennaio ad oggi, attraverso la produzione di una scheda di rilevazione che mettiamo a disposizione anche degli Uffici regionali, per avere quanto prima un panorama esaustivo delle criticità che riguardano le aziende suinicole principalmente, ma hanno colpito il settore forestale e le attività connesse alla fruizione del territorio”.
Per Cia Liguria resta peraltro del tutto aperta la questione della riduzione della popolazione dei cinghiali che al momento non ha visto alcun intervento significativo se non quelli realizzati per iniziativa di qualche sindaco: “Serve un’accelerazione che, a prescindere dallo stato di avanzamento della “recinzione della zona a rischio” la cui definizione dalle dichiarazioni della Regione è prevista per fine agosto, – conclude Stefano Roggerone - metta le attività agricole, ricomprese nella zona e quelle a ridosso della stessa, nella condizione di essere tutelata. Al di là degli annunci che non intendiamo discutere, non vediamo azioni concrete e coerenti che preparino la messa a terra di un piano di depopolamento così imponente”.
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