Piciocchi: "Stadio, proposta sinistra irrealizzabile, manderebbe in default il Comune. Ferraris resterà a vocazione pubblica"

di R.O.

Il facente funzioni: "Sarà sempre lo stadio del Genoa e della Sampdoria. Impegno da 150 milioni non compatibile con gli equilibri del bilancio comunale"

Il facente funzioni sindaco di Genova, Pietro Piciocchi, ha chiarito le linee guida per la riqualificazione dello stadio di Marassi, rivelando i dettagli della legge sugli stadi e delle difficoltà economiche che la città sta affrontando. Il progetto, da 150 milioni di euro, è destinato a migliorare l’impianto, ma Piciocchi ha sottolineato come la strada da percorrere sia complessa e richieda un forte impegno.

Le linee guida - Piciocchi ha esordito spiegando che la legge sugli stadi offre due opzioni principali: “La legge stadi prevede due percorsi: concessione o vendita, con vincolo di destinazione pubblica. Nessuno pensa di creare centri commerciali”. Il sindaco ha dunque respinto le critiche di chi ha ipotizzato che la riqualificazione possa comportare la trasformazione dello stadio in un’area commerciale, ribadendo la natura pubblica dell’impianto.

Un percorso complesso - Secondo Piciocchi, la riqualificazione dello stadio richiede un percorso “faticoso” che deve essere condiviso con le squadre, a condizione che queste siano in “condizione paritaria”. Il sindaco ha sottolineato che l’obiettivo non è solo migliorare l’impianto, ma anche sviluppare l’intero quartiere di Marassi: “Ci sarà una riqualificazione del quartiere di Marassi”. Tuttavia, ha precisato che l’intervento non sarà finanziato con fondi pubblici, ma si avvarrà di capitali privati al servizio della collettività: “La riqualificazione dello stadio, secondo la legge, non prevede beni pubblici ma capitali privati al servizio del pubblico.”

Le difficoltà economiche del Comune  - Il facente funzioni sindaco ha anche chiarito le difficoltà economiche a cui il Comune di Genova deve far fronte. “L’operazione è da 150 milioni, ma il Comune ha una capacità di indebitamento da 40 milioni all’anno, già completamente assorbita da scuole, strade, case popolari, opere pubbliche.” Piciocchi ha spiegato che, data la situazione finanziaria, non sarebbe possibile finanziare la riqualificazione con fondi pubblici, e ha ricordato che il Comune potrebbe sì attingere a prestiti da istituti come la Cassa Depositi e Prestiti o il Credito Sportivo, che sono banche che offrono finanziamenti a tassi di interesse, ma da restituire successivamente. Piciocchi ha criticato la proposta avanzata dalla sinistra, definendola “irrealizzabile” e pericolosa per la stabilità finanziaria del Comune. “La proposta della sinistra è irrealizzabile, porterebbe in default il bilancio del Comune,” ha affermato, sottolineando che un’operazione simile non sarebbe sostenibile per le casse comunali.  La vocazione pubblica dello Stadio  - Piciocchi ha poi voluto chiarire un altro punto cruciale, ovvero la “vocazione pubblica” dello stadio: “Manterrà una vocazione pubblica e sarà sempre lo stadio del Genoa e della Sampdoria.” In altre parole, nonostante l’intervento di capitali privati, lo stadio non perderà la sua natura di bene pubblico e rimarrà il cuore pulsante del calcio genovese.

Tempi stretti - Infine, Piciocchi ha ribadito l’urgenza di procedere con la riqualificazione dello stadio: “Non abbiamo molto tempo, lo stadio va rifatto velocemente o rischiamo di perdere grandi opportunità.” Ha anche specificato che in questo momento è stata proposta la vendita dello stadio, con una procedura di evidenza pubblica che garantirà la massima trasparenza. In questo modo, Piciocchi ha assicurato che l’amministrazione avrà la responsabilità di prendere una decisione chiara e condivisa, pur mantenendo l’impegno a rispettare quanto concordato con le squadre: “Si tratterebbe di fare una cosa diversa rispetto a quella che abbiamo concordato con le squadre di comune accordo.”

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