Ponte Morandi, la difesa di Spea: “Difficili le ispezioni sulla parte alta delle pile”
di Emilie Lara Mougenot
Gli esperti contestano le conclusioni dei periti del tribunale. Attesa per le dichiarazioni di Castellucci nelle prossime udienze

L’udienza di questa mattina nel processo per il crollo del Ponte Morandi ha visto l’intervento dell’ingegnere Marco Savoia, consulente della difesa di Spea. Savoia ha messo in dubbio alcune delle conclusioni dei periti del tribunale, in particolare sulla presenza di fessurazioni e sulla permeabilità del calcestruzzo. Secondo i consulenti della difesa, le ispezioni sulla parte alta delle pile sarebbero state impraticabili. Intanto si attende la replica dei pubblici ministeri e le eventuali dichiarazioni di Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Aspi.
Critiche alla perizia – Uno dei punti contestati riguarda la presunta fessurazione all’aggancio dell’antenna. I periti del tribunale sostengono che le crepe fossero superiori a 0,3 mm, un valore che avrebbe consentito l’ingresso di acqua e ossigeno, accelerando il degrado della struttura. Tuttavia, Savoia ha espresso dubbi sulla precisione di queste stime, sottolineando che le condizioni reali delle superfici non sono state dimostrate con certezza.
Riprese di getto – La difesa ha inoltre sollevato perplessità sulla ricostruzione dei periti riguardo alla ripresa di getto tra la fine dello strallo e la superficie dell’antenna. Secondo Savoia, una giunzione di questo tipo, se non sottoposta a precompressione, può risultare permeabile all’acqua, un fenomeno noto nell’ingegneria delle costruzioni. Questo elemento metterebbe in discussione alcune delle ipotesi avanzate dagli esperti del tribunale.
Guaine protettive – Un altro tema affrontato in aula è stata l’assenza delle guaine nei tiranti, indicata dai periti come una grave anomalia. La difesa ha invece evidenziato una presunta confusione tecnica su questo punto, sostenendo che il dato quantitativo riportato non sarebbe corretto.
Fasi costruttive – Dai documenti e dalle immagini dell’epoca emerge che le travi tampone furono posate prima della realizzazione delle camicie in calcestruzzo, in linea con il progetto originale. Questo aspetto, secondo la difesa, contraddirebbe alcune ricostruzioni fornite dall’accusa.
Possibili sviluppi – Nei prossimi giorni i consulenti di Spea, tra cui gli ingegneri Claudio Mazzotti e Marco Savoia, continueranno a esporre le proprie valutazioni tecniche. La difesa sottolinea che, al di fuori del reperto 132, dove si sarebbe originato il problema strutturale, il ponte appariva in buone condizioni. Intanto, cresce l’attesa per la possibile dichiarazione spontanea di Giovanni Castellucci, che aveva annunciato di voler parlare solo al termine della fase tecnica e del controesame.
(articolo in aggiornamento)
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