Ponte Morandi: solo 300 sfollati sono andati nei centri di accoglienza, 1 ogni 10
di Redazione
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La maggior parte è andata da familiari e amici ma anche in vacanza. Serviti mille pasti

Solo 300 sfollati su oltre 3 mila di quelli costretti venerdì scorso a uscire di casa in vista dell'abbattimento delle pile 10 e 11 di Ponte Morandi hanno scelto di andare nei centri di accoglienza predisposti dal Comune per attendere il via libero al ritorno a casa. In pratica si tratta di un abitante ogni 10. A questi bisogna aggiungere i 450 sfollati seguiti dalla Asl che sono stati ospitati negli alberghi.
I numeri son riferiti dal consigliere comunale con delega alla protezione civile Sergio Gambino, l'uomo che ha approntato la grande macchina per consentire l'implosione senza mettere a repentagli l'incolumità degli abitanti di Certosa e Rivarolo. Un lavoro che ha ricevuto consensi unanimi visto che non si sono verificati contrattempi o disservizi gravi. Aldilà dell'inquilino di via Spaventa che si credeva fosse barricato in casa ed invece era fuori casa e che ha fatto involontariamente slittare l'esplosione di 38 minuti, tutto è filato liscio.
Il centro di accoglienza, fra gli otto approntati, in cui ci sono stati più ospiti, sono stati quelli della Fiumara, di Certosa e della piscina di Lago Figoi, in cui sono confluite le famiglie con bambini. In tutto sono stati serviti mille pranzi precotti, di cui hanno beneficiato i volontari e, pochi, giornalisti.
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