Simula incidente e va in malattia per 4 mesi per fare il doppio lavoro
di Michele Varì
Dipendente dell'Aeroporto, lavorava in nero sulle ambulanze: smascherato da un detective
Ha simulato un incidente stradale a bordo della sua moto, con tanti di testimoni fantasma o infedeli, e poi, grazie a soli 5 giorni di prognosi ricevuti per una contusione ad un ginocchio presumibilmente mai subita è riuscito a non lavorare per oltre quattro mesi: da luglio ad ottobre di quest'anno.
Per questo un operatore dell'aeroporto Cristoforo Colombo di Genova di 47 anni addetto alle mansioni sotto bordo è stato indagato dalla polizia di Frontiera per truffa in danno dello Stato e falso.
A smascherarlo è stato un investigatore privato a cui si sono rivolti i dirigenti dell'Aeroporto che dopo mesi di assenza hanno intuito che il dipendente lungodegente poteva non avere detto tutta la verità.
Il detective ha pedinato l'uomo provando, con tanto di fotografie, che l'operatore aeroportuale non solo non era infortunato, ma in quesi mesi di malattia aveva regolarmente lavorato, si presume in nero, per conto delle pubbliche assistenze collegate al 118 del golfo del Tigullio.
Le indagini svolte dalla sezione investigativa della polizia di Frontiera ipotizzano che l'uomo possa essersi inventato l'incidente stradale di cui sarebbe stato vittima a luglio a bordo sua moto. Un sinistro, a suo dire, accaduto durante il viaggio dall'entroterra di Chiavari, dove abita, al Cristoforo Colombo, e per questo riconosciuto come infortunio sul lavoro dall'Inail. "Mi ha fatto cadere un'auto con a bordo degli stranieri albanesi o rumeni che poi mi hanno offerto dei soldi per chiamare i vigili urbani perchè non erano in regola con i documenti" aveva raccontato l'indagato.
Al pronto soccorso all'uomo furono riscontrate contusioni ad una gamba guaribili in 5 giorni.
Da lì la vicenda si infittisce ancora di più perchè il 47enne è riuscito, non si capisce come, a beneficiare di oltre 4 mesi di malattia.
Le indagini della polizia infatti ora stanno cercando di capire come mai i sanitari del pronto soccorso e il medico di famiglia dell'uomo abbiano avvallato il falso. Sul registro degli indagati c'è anche una presunta testimone oculare dell'incidente che a detta dell'operatore sarebbe avvenuto a Carasco. La donna ha detto di avere assistito al sinistro. Peccato che all'ora del sinistro il suo cellulare risultasse agganciato ad una cella di Recco.
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