"Storia futura", Di Stefano: "La direzione è una crescita stabile e sostenibile"
di Marco Innocenti
"Mettiamo le mani per rendere anti shock il nostro sistema perché i costi delle crisi superano ampiamente i costi della prevenzione"
E' "Storia futura - L'impresa di crescere" il titolo scelto per il 50esimo convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria, che riunisce ai Magazzini del Cotone di Genova tutti i maggiori nomi dell'economia e della politica nazionale, per parlare di futuro, di ripartenza e di saper fare. Un evento di grande rilievo, che Telenord vi racconterà in ogni sua fase, con una lunga diretta che seguirà sia i lavori del mattino, dalle 10 alle 13.30 circa, che quelli del pomeriggio, dalle 15.15 alle 18 (clicca qui per il programma completo della manifestazione).
"Questo è più che un convegno - ha detto il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Riccardo Di Stefano nei suoi saluti iniziali - Cosa possiamo fare per realizzare ciò che crediamo più giusto? Noi diciamo che non abbiamo il diritto di arrenderci per essere protagonisti della storia futura. Oggi abbiamo uno strumento che può cambiare la storia, il Pnrr. Dobbiamo iniziare a costruire il post pandemia. I dati dicono che il pil dovrebbe crescere del 5% ma dipende dal contenimento della pandemia e non ci possiamo accontentare perché veniamo dal -7% dello scorso anno. Dobbiamo prestare attenzione al rincaro delle materie prime. Altri due nervi scoperti sono i debiti emergenziali".
"Il rapporto fra debito/Pil salirà al 160% - ha aggiunto - Il commissario Gentiloni ha annunciato la revisione del patto di stabilità ma noi vogliamo affidare a un ministro delle finanze comunitario questo patto perché i vincoli siano modulari perché l'Europa continui a crescere. I programmi del pnrr per il 5G è un'occasione di fare politica europea. Per una volta facciamo sistema Italia. Investiamo sulla crescita e sulle imprese, che sono decisive sul successo del pnrr. Sosteniamo le politiche green ma con politiche reali come il sostegno all'abbandono delle fonti fossili".
"A evitare i licenziamenti è la crescita e non i decreti. Lasciamo agli imprenditori la libertà di agire sul mercato perché lo sblocco favorirà soprattutto il ritorno dei giovani sul mercato del lavoro. Questo si aggiunge al dramma del lavoro senza tutele che penalizza soprattutto gli imprenditori onesti che sono la maggior parte. Bisogna riformare il reddito di cittadinanza per partire dalle politiche del lavoro, per renderlo un sostegno a chi è in difficoltà e non un reddito di immobilità. In questa pandemia molti hanno sofferto e nessuno può girare la testa dall'altra parte. In questi anni abbiamo fatto due scoperto: abbiamo ridato valore alla parola competenza perché ci piace l'Italia che funziona grazie ai suoi cittadini competenti. E lo diciamo da qui, da Genova, una città che dopo un grave lutto ha saputo trovare una nuova vita. Competenza dev'essere anche la parola d'ordine del prossimo governo che dovrà portare a termine il pnrr nei tempi per non perdere i finanziamenti. Il paese ha anche bisogno delle riforme perché la tassa più pesante pagata è stata quella del dilettantismo. La lezione per tutti è coltiviamo una nuova leva di leader che metta al centro merito, vocazione e talento".
"La seconda scoperta è stata lo spirito nazionale. E' cruciale porre l'accento su come partiti e forze parlamentari tradurranno questa missione nell'attuazione del pnrr. Oggi c'è un governo di alto profilo e abbiamo a disposizione un'enorme mole di fondi. Allora noi vi chiediamo che visione avete per il futuro. Nel 1993, dopo Tangentopoli, si scelse la convergenza su obiettivi comuni e oggi servirebbe lo stesso ma non sembra sempre così. Per noi la direzione è una crescita stabile e sostenibile. Serve un salto di qualità che chiede a tutti di essere chiari e non ondivaghi. Ci auguriamo che arrivino presto i tempi per un nuovo grande patto e allora facciamo un pezzo di strada tutti insieme".
"Se siamo tutti d'accordo che il pnrr è l'assicurazione sul futuro delle prossime generazioni. Vi proponiamo l'apertura di una cabina di regia per capire quanto l'attuazione del pnrr impatti sui giovani. Chiediamo alla società civile di unirsi alla nostra discussione, allargando la cabina di regia a manager, imprenditori, startup, chiunque si senta di contribuire a un patto che miri a ridare dignità alle giovani generazione. Partendo da sostenibilità e sviluppo. Mettiamo le mani per rendere anti shock il nostro sistema perché i costi delle crisi superano ampiamente i costi della prevenzione".
"Entro il 2022 il 60% del pil mondiale dipenderà dalle tecnologie digitali: chiediamo la decontribuzione per i primi 3 anni a chi crea startup. C'è poi la sfida del rientro dei cervelli ma le norme su questo sono confuse. Quello che ci servirebbe è porre fine all'italico costume di cambiare sempre norme e applicabilità altrimenti qui non verrà nessuno a fare impresa. Sappiamo che ci saranno sempre più bisogno di patenti digitali. Chiudere il digital gap serve anche per diventare cittadini sempre più coinvolti. Servono poi politiche di sostegno alle nascite e al lavoro per le donne".
"Parliamo poi di lavoro e formazione - ha concluso - Secondo l'Istat ci sono 1,2 milioni di giovani che non lavorano e non frequentano alcun percorso di formazione. Il problema dell'Italia non è trovare la soluzione ma metterla in atto. Le competenze non si comprano e non basta la formazione accademica, servono anche le imprese e un piano formativo e chi lo attua. Servono quindi competenza e coesione nazionale, per la storia futura. Il contrario di pandemia è quando tutti collaborano e si impegnano per le sorti del paese. La pandemia è ieri, da oggi è tempo di storia futura".
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