Trump ridimensiona le tasse portuali per le navi cinesi dopo le proteste degli industriali
di Carlotta Nicoletti
La Casa Bianca potrebbe rivedere le misure proposte dallo Ustr per le navi cinesi, dopo le pressioni dalle industrie statunitensi

L’amministrazione Trump, dopo il dietrofront sui dazi, è pronta a ridurre anche le misure sulle tasse portuali per le navi cinesi, che avrebbero potuto danneggiare gravemente le industrie statunitensi. Le modifiche sono in risposta alle crescenti pressioni da parte di aziende americane, preoccupate per l’impatto economico delle nuove tariffe.
Le tasse – Un piano da rivedere
Secondo fonti vicine alla Casa Bianca, l’U.S. Trade Representative (Ustr) sta valutando un ridimensionamento delle imposte, che avrebbero potuto raggiungere fino a 3,5 milioni di dollari per ogni scalo di una nave costruita in Cina. Le tariffe, originariamente pensate per le grandi portacontainer, avrebbero avuto conseguenze negative anche su altri settori, come l’esportazione di petrolio, cereali e macchinari. La risposta delle industrie è stata unanime: “Le tariffe avrebbero reso i nostri prodotti meno competitivi sul mercato globale.”
Reazioni – Le voci del settore
Diversi operatori del settore hanno espresso preoccupazione per le misure. Le piccole compagnie di navigazione statunitensi, come l’Atlantic Container Line, hanno minacciato di chiudere le operazioni negli Stati Uniti. Anche le esportazioni di petrolio sarebbero state gravemente penalizzate, con potenziali perdite devastanti per le industrie energetiche.
Nuove valutazioni – Un sistema più equo
L’Ustr, ora consapevole degli effetti collaterali delle sue proposte, sta considerando di rivedere la struttura delle tariffe, rendendola più proporzionale alla dimensione delle navi e al tipo di carico. Questo approccio potrebbe ridurre l’impatto sulle piccole navi e sulle industrie non previste nel piano iniziale.
Il rilancio – Alternativa politica
Il nuovo ordine esecutivo firmato dalla Casa Bianca per rilanciare il settore marittimo potrebbe rappresentare una via alternativa per perseguire gli obiettivi economici, senza ricorrere a misure punitive contro i battelli cinesi. Joe Kramek, presidente del World Shipping Council, ha accolto positivamente la revisione: “L’ordine esecutivo dimostra un serio impegno nel rafforzare l’industria marittima americana, evitando danni collaterali alle catene di approvvigionamento.”
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