25 aprile, Bisca (Anpi Genova): "Straordinario che un generale si sia arreso nelle mani di un operaio"
di Roli
Su chi getta dubbi sulle azioni dei partigiani: "Uno che quando era ragazzo a 18 anni era stato deportato mi diceva che è comodo fare i fascisti in democrazia"

"È straordinario che un generale si sia arreso nelle mani di un operaio, una cosa unica di cui dobbiamo essere orgogliosi": il presidente di Anpi Genova Massimo Bisca rivendica l'unicità dell'esperienza della Resistenza genovese, sottolineata dalla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, "un segnale importantissimo, non solo per Genova ma per il Paese intero. Noi possiamo dire di poter dimostrare con fatti storici che l'unità di un popolo intero ha sconfitto un corpo d'armata" ha dichiarato.
Mattarella - Così come Ezio Vallerio (QUI l'intervista al partigiano), anche Bisca vede nel presidente Mattarella una garanzia della difesa dei valori dell'antifascismo: "Mattarella sa che l'Anpi di Genova e nazionale gli è grata per l'impegno che ha nel difendere i valori fondanti della nostra democrazia - ha spiegato -. Spesso ha ricordato che la nostra Repubblica è antifascista e che la Costituzione deriva proprio da quella lotta".
Partigiani - Ma oggi la memoria delle azioni dei partigiani viene distorta anche da false narrazioni, come nel caso del presidente del Senato Ignazio La Russa che definì quello del marzo 1944 in via Rasella "un attacco ad una banda di pensionati" da parte dei partigiani, quando in realtà ad essere colpite furono milizie delle SS, scatenando la rappresaglia che portò all'eccidio delle Fosse Ardeatine. "Uno che quando era ragazzo a 18 anni era stato deportato mi diceva che 'è comodo fare i fascisti in democrazia, avrei voluto vedere loro fare gli antifascisti durante la dittatura', ma secondo me non lo avrebbero fatto perché non avevano la stoffa e il coraggio".
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