Diecimila posti di lavoro persi in dieci anni nel settore costruzioni, ora la protesta in piazza
di Pietro Roth
Venerdì manifestazioni in tutta Italia, anche a Genova: "Il governo cambi rotta"
Sbloccare le opere che in Liguria darebbero lavoro a migliaia di operai come Gronda, nuova diga foranea e nodo ferroviario di Genova, rilanciare una vera e propria politica industriale nei settori dell'edilizia e dei materiali per invertire la tendenza in un settore che negli ultimi anni ha visto una vera e propria decimazione del numero di imprese attive e quindi di posti di lavoro. Sono le richieste alla base della manifestazione che venerdì vedrà scendere in piazza gli edili, con richieste chiare al governo e alle istituzioni locali, a partire dall'attivazione di clausole di salvaguardia.
In questi 11 anni di crisi sono centinaia di migliaia le aziende del settore che hanno chiuso i battenti, determinando una perdita di oltre 800 mila posti di lavoro. Secondo i dati Istat, solo in Liguria, dal secondo trimestre 2018 al secondo trimestre 2019 il settore delle costruzioni ha perso 10mila posti di lavoro passando da 44 mila addetti a 34 mila. Facendo un confronto con le altre regioni italiane nello stesso periodo (II trimestre 2018-II trimestre 2019) peggio soltanto la Lombardia (da 246mila a 233mila) e Campania (da 128mila a 115mila). Saldo negativo uguale alla Liguria anche per la Toscana (da 105mila a 95mila).
Andrea Tafaria, Segretario Generale Filca Cisl Liguria: “E’ il momento delle scelte, i dati dimostrano come la nostra regione sia tra le maglie nere a livello nazionale: bisogna invertire la rotta ma serve lo sblocco di quei cantieri che oggi sono fermi. Il caso del Nodo Ferroviario è clamoroso, manca solo una firma per la nomina del Commissario: è da un mese che il Governo promette ma ad ora siamo ancora al punto di partenza”.
Mirko Trapasso Segretario generale Feneal Uil Liguria sottolinea come da diversi anni il sindacato segnali le criticità del territorio “Opere incompiute, opere mai iniziate, elusione contrattuale continua. Scendiamo in piazza perché il tempo è scaduto: bisogna completare le opere infrastrutturali (nodo ferroviario, terzo valico e gronda) per fa uscire la Liguria dall’isolamento e dare nuovo slancio al Porto e all’economia e proseguire le opere contro il dissesto idrogeologico per mettere in sicurezza i cittadini”. L’appuntamento è per venerdì 15 dicembre 2019 alle ore 9 in piazza De Ferrari per un corteo cittadino sino alla Prefettura di Genova.
Per Federico Pezzoli Segretario Generale Fillea Cgil Genova e Liguria “Se nella nostra partissero le grandi opere a partire dalla Gronda non solo si potrebbero recuperare tutti i posti di lavoro persi ma la Liguria dovrebbe chiedere manodopera alle altre regioni. Le medie e grandi opere ferme al palo, bloccano interi settori dell’economia perché l’apertura di un cantiere porta con sé un indotto che coinvolge anche tutti gli altri comparti”.
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