Parrucchieri a domicilio? Prima la proposta, poi il dietro front della Regione
di Redazione
Dovevano riaprire da lunedì con le estetiste. Sommersi dalle critiche, la replica: "sarà il governo a decidere"
I messaggi hanno iniziato a girare nella serata di venerdì, alla fine del consueto punto stampa in Sala Trasparenza a Genova: tra le proposte che hanno anticipato l'ordinanza regionale che arriverà presumibilmente entro domenica sera, la Regione parla anche della possibile riapertura dei servizi di cura della persona a domicilio, ovvero parrucchieri ed estetiste, per evitare "che il mercato nero prenda il sopravvento". Da qui il valzer, come spesso accade, di condivisioni social e whatsapp, arrivati alla Regione e non solo.
Sabato mattina il dietro front via Facebook: "Tra i tanti messaggi e le telefonate di queste ore sono molti coloro che ci suggeriscono di non aprire il lavoro a domicilio di parrucchieri ed estetisti. Seguiremo i consigli e non lo faremo". "Sarà il Governo a decidere", dichiara la Regione, dunque non resterà che attendere Conte, per capire tra due giorni cosa aprirà e cosa no nel nostro Paese.
Pronta la reazione del M5S, attraverso le parole del consigliere Fabio Tosi: "Ma Toti, prima di fare certe esternazioni, insieme alla sua tanto decantata task force, si è anche solo minimamente confrontato con le associazioni di categoria? Chi è chiamato a valutare la Fase 2 per settori, si è letto ad esempio le direttive della CNA, così come sono state inviate a tutti i loro associati, che raccomandano nello specifico a parrucchieri, barbieri ed estetiste di operare esclusivamente nei loro saloni per ovvi motivi di sicurezza?".
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